II Domenica di Avvento - Mt 3,1-12

Di fronte a un pensiero nascosto che era ed è una presa in giro, c'è l'annuncio escatologico dell’avvento del Figlio dell’Uomo che nella sua gloria smaschererà ogni agire portando alla luce ciò che normalmente rimane nascosto e nascondiamo bene tenendoli come i famosi “scheletri negli armadi” (chi non ne ha?), bruciando questi ultimi come paglia e raccogliendo ogni chicco di grano


La prima domenica di Avvento ha ripreso il tema della penultima domenica dello scorso Anno Liturgico ponendo l’accento sulla parusia ovvero sulla venuta nella gloria di Gesù alla fine del tempo. Al centro, tra queste due domeniche, c’è stata la Festa di Cristo Re il cui ruolo è quello di fare da sintesi tra un cammino di conoscenza e invito alla sequela di Gesù secondo uno dei sinottici (Luca l’anno scorso) e l’avvio di un analogo percorso secondo lo specifico taglio dato da un altro evangelista (Matteo quest’anno). L’obiettivo dell’Evangelo di Domenica scorsa è stato quello di richiamare l’attenzione sul fatto che ogni evento futuro è approntato dal presente e siamo chiamati a prepararlo coscientemente nel quotidiano. Gli esempi fatti da Gesù hanno fatto porre l’attenzione sull’agire di Noè e riflettere sul caso dei due uomini “uno preso e l’altro lasciato” e due donne “una presa e l’altra lasciata” a dirci che alla venuta del Signore ciò che verrà alla luce è, non tanto quello che si è fatto, quanto il come abbiamo vissuto il presente. Prende allora senso quei tre imperativi che hanno chiuso la pericope della scorsa settimana “vegliate”, “cercare di capire”, “siate pronti”: il Signore certamente verrà e sarà il natale di una nuova creazione nel segno del Regno del Padre.

Oggi l’Evangelo inizia con l’espressione “In quei giorni” e non è affatto generica perché riprende espressioni simili presenti nei profeti (Zc 8,23; Ger 38,29; Gl 4,1) per indicare i tempi messianici, il momento del compimento del tempo, i tempi ultimi. Questo ci raccorda con le ultime domeniche e l’inizio del tempo di Avvento che si è visto non è tanto l’attesa della festa del Natale, quanto l’avvento del Risorto nella gloria che i cristiani sono chiamati ad attendere ed invocare nella gioia vivendo “alzando lo sguardo” osando il futuro con perseveranza e quel discernimento che solo la frequentazione della Scrittura può offrirci e garantirci.

È per questo che in questa seconda domenica di Avvento la Liturgia ci fa incontrare Giovanni il Precursore, uomo della parola più che battezzatore. Infatti la prima indicazione che ci viene data di lui è che “predicava nel deserto della Giudea” con totale libertà, senza peli sulla lingua, con un linguaggio coraggioso fino a raggiungere i toni aspri delle correnti apocalittiche del tempo.

È un uomo che, essendo di stirpe sacerdotale e con il padre che officiava nel Tempio di Gerusalemme,  aveva davanti a sé un ruolo di prestigio assicurato. Ha avuto invece la capacità e il coraggio di operare una rottura osando un inizio che non aveva nulla di garantito. Lui però attendeva l’avvento del Messia, cercava di capire i segni dei tempi, di essere pronto per la sua venuta nella perseveranza e nel discernimento quotidiano pur essendo cosciente che non sarebbe stato per nulla facile identificarlo. Questo anche perché le caratteristiche del Messia erano anche molto diverse tra le correnti messianiche apocalittiche dell’epoca e nessuna prevedeva quelle che sono poi state incarnate da Gesù, tanto è vero che a un certo punto ha inviato dei messaggeri a chiedergli se era davvero lui quello che doveva venire (Mt 11,2).

Uomo essenziale il cui rigore del vivere gli consente di discernere le intenzioni di coloro che venivano a lui. Predicava un “battesimo di conversione” e anche “molti farisei e sadducei” componevano la folla. Un gesto liturgico non fa mai male e poi era l’occasione per vedere e ascoltare dal vivo quello che diceva questo personaggio diventato famoso. Un po’ come accade seppur più in altri ambiti con gli influencer o i concerti di cantanti famosi: non si può non andare, essere presenti in mezzo ad una folla per poi riprendere tranquillamente la propria strada come se nulla fosse accaduto o si sia ascoltato. Si è talmente abituati a vivere in una campagna elettorale permanente che, se si prende una parte, lo si fa più visceralmente che convinti dei messaggi trasmessi. Poi però magari ci si ritrova su crinali pericolosi e non scelti.

Facile farsi battezzare da Giovanni sperando che bastasse quel gesto ridotto a un rito vuoto illudendo se stessi e gli altri, pensando la propria vita e le proprie relazioni come un gioco sicuro che la propria posizione di rendita non potesse essere intaccata da nulla. 

Ma lui invitava anche a convertirsi, a cambiare vita stroncando così sul nascere quel pensiero che diventava una presa in giro quasi blasfema e annuncia il giudizio escatologico che è quello che si è già trovato domenica scorsa e richiamato all’inizio: l’avvento del Figlio dell’Uomo nella sua gloria che smaschererà ogni agire, portando alla luce ciò che normalmente rimane nascosto e nascondiamo bene tenendoli come i famosi “scheletri negli armadi” (chi non ne ha?).

Certo il Messia nella persona di Gesù sarà mite e umile di cuore, non condannerà ma separerà il frumento e la paglia che è in ciascun uomo raccogliendo fino all’ultimo granello del primo e bruciando la seconda, ma salvando l’uomo perché lui non perderà nessuno di quelli che il Padre gli ha affidato.

(BiGio)

 

Diacone e diakonie? Idee poche e confuse

È stata pubblicata in data 4 dicembre una Sintesi del lavoro della seconda Commissione di studio sul diaconato femminile. Un commento a caldo


Mentre il Documento finale del Sinodo sulla sinodalità al n. 60 dichiara aperta la questione e mentre ormai i lavori delle due Commissioni che si sono succedute sembravano rimanere in un limbo bagnato dal Lete della dimenticanza, ecco che arriva una Sintesi dei lavori della seconda, già resa anche dai media Vaticani con un sonoro «NO al diaconato femminile». Resta anche il giallo sulla prima Commissione: perché è stata chiusa e sostituita da un’altra? Il suo documento integrale si può leggere o farà la fine di ...


La prima nota in merito del Coordinamento delle Teologhe Italiane è a questo link:

https://ilregno.it/regno-delle-donne/blog/diacone-e-diakonie-idee-poche-e-confuse-redazione-cti?fbclid=IwY2xjawOf4yBleHRuA2FlbQIxMQBzcnRjBmFwcF9pZBAyMjIwMzkxNzg4MjAwODkyAAEePKKLX6HH_xUN1zc1sM-QOliAtT6JYn3ZeAc9EYY5FCggbVY4X6z_tCIXjD8_aem_d569buBHCkNY_PVbA3OibQ

Contro la violenza, il linguaggio dei sentimenti.

L’associazione “Marisa Leo”, in memoria della madre uccisa a colpi di fucile dall’ex compagno poi suicidatosi, ha chiesto all’Accademia della Crusca di individuare una parola per definire il contrario della violenza. Un concetto evocativo di rispetto, gentilezza, cura.


Figura angelica e strega, simbolo di virtù spirituali e archetipo di inganno e trasgressione, “angelo del focolare” e modello di leadership nel lavoro. Capacità, bellezza e diversità femminili si trasformano, sin dalla notte dei tempi, in minaccia da sottomettere. Verità scomode e parole chiare ancora irritano e escludono le donne, spesso, costrette al silenzio...

La riflessione di Elvira Frojo è a questo link:

https://formiche.net/2025/11/contro-la-violenza-il-linguaggio-dei-sentimenti-la-riflessione-di-frojo/#content

Rondine scommette sui suoi giovani: sei progetti del Quarto Anno selezionati e sostenuti nell’ambito del Progetto Itaca

 A Rondine Cittadella della Pace, l’educazione diventa impegno, visione, trasformazione. Nell’ambito del Progetto Itaca, sei giovani ex studenti del Quarto Anno Rondine sono oggi protagonisti di un’importante fase di restituzione sociale.


Giovani ragazzi che hanno frequentato il quarto anno di liceo nella Cittadella della Pace, un anno di scuola appassionante ed esigente per imparare a confrontarsi con il mondo e con i problemi del nostro tempo. I loro progetti, selezionati tra diverse proposte, sono stati scelti per essere accompagnati, promossi e sostenuti anche economicamente. Sono idee innovative e coraggiose, nate per ...

L'articolo che presentai progetti e la loro descrizione sono a questo link:

https://quartoanno.rondine.org/rondine-scommette-sui-suoi-giovani/

Il romanzo su Gesù, Cristo e Vito. L’ultimo libro di V. Mancuso

Plutarco ha scritto le Vite Parallele. Oggi troviamo un libro di Vito Mancuso (Gesù e Cristo, Garzanti, Milano 2025), di 727 pagine, più 60 di apparato (note, bibliografia e indici) in cui l’autore propone, in modo elegante e con parecchia documentazione, una rappresentazione delle vite parallele di Gesù e di Cristo, come se questo fosse il “dato” da cui partire. Qui è evidente che la prospettiva di Vito muove non da una tesi, ma da quella che vuol presentare come una evidenza: che ci sia da una parte Gesù e dall’altra ci sia Cristo.


Questa storia, ricostruita con un approccio a prima vista molto rigoroso e strutturato, non esita ad entrare nella prospettiva che suggerisce come tesi. Lo fa in modo tale che il primo capitolo (intitolato La tesi) ha come attacco: “Gesù nacque a Nazareth, Cristo a Betlemme”. In un primo tempo, sbagliando, avevo pensato che queste frasi fossero il “lancio pubblicitario” del libro, non la tesi del libro. Ma mi sbagliavo. Anche nel cuore del suo svolgimento più intenso, il libro lavora sempre a partire da questa ipotesi: fin dall’inizio, perciò, appare come un racconto di “vite parallele”. Ma ...

La recensione di Andrea Grillo è a questo link:

Persecuzioni-Cristianofobia: verità e rimozione

Due recenti rapporti richiamano l’attenzione su persecuzioni e cristianofobia, fenomeni assai consistenti e poco percepiti.


Il primo è in capo alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (ACN) Libertà religiosa nel mondo. Rapporto 2025 (ottobre). È relativo all’anno 2024 ed è stato assemblato da una quarantina di giornalisti, esperti e accademici di venti nazioni. Sulla base di una trentina di criteri, i 196 paesi considerati vengono analizzati in ragione delle statistiche, del diritto e dei fatti per riconoscere la persecuzione verso i credenti (non solo cristiani). Il secondo, dal titolo...

L'articolo di Lorenzo Prezzi è a questo link:

https://www.settimananews.it/informazione-internazionale/persecuzioni-cristianofobia-verita-rimozione/?utm_source=newsletter-2025-12-02

Amici mai. La Cina strozza ancora la Russia col silicio

Non bastavano le banche che hanno voltato le spalle al Cremlino al primo cenno di sanzione o il petrolio comprato ma a prezzo di saldo. Ora il Dragone, che pur si vanta della sua alleanza con l’ex Urss, inonda di silicio il mercato russo. E facendo il prezzo che vuole


 Qualcuno ha detto, in passato, che gli affari sono affari. O come dicono gli inglesi, business is business. E pazienza se ci sono di mezzo alleanze più o meno sante o, semplicemente, strombazzate. Alla Cina di Xi Jinping interessa poco o nulla quando si parla di soldi e minerali. Sono mesi che questo giornale racconta il vero volto dell’amicizia tra Russia e Dragone, dove dietro ai tappeti rossi, alle strette di mano e le scalette degli aerei, c’è una specie di piccolo gioco al massacro. ...

L'articolo di Gianluca Zaponini è a questo link:

https://formiche.net/2025/11/russia-cina-industria-silicio-terre-rare-usa/#content

Un centro europeo per la IA: perchè e come

Il successo tecnologico e mediatico dell'Intelligenza artificiale ha alimentato l'illusione che essa sia già compiuta, ma così non è: il cammino è appena iniziato e l'Europa ha la possibilità concreta di guidarne l'evoluzione. 


Per non subire il predominio statunitense e cinese, però, dev'essere in grado di proporre un modello alternativo: una scienza dell’Intelligenza artificiale che metta al centro i suoi fondamenti teorici, la sostenibilità energetica e la responsabilità sociale. Da queste esigenze nasce l’idea di un Centro europeo per l’Intelligenza artificiale: un laboratorio per dare alla scienza europea una voce riconoscibile, per capire l’Ia e governarla.

L'intervento di Pier Luigi Contucci è a questo link:

https://www.rivistailmulino.it/a/un-centro-europeo-per-l-ia-perch-e-come?&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Strada+Maggiore+37+%7C+17+novembre+%5B10302%5D

Figli/e delle migrazioni: una parabola significativa

Per cercare di dire qualcosa sui «figli delle migrazioni», seguendo un metodo già sperimentato in ricerche precedenti, si è scelto di pubblicare, in versione abbreviata, una delle interviste in profondità raccolte sul tema


L’intervista è a Kejsi Hodo che è stata raggiunta – all’inizio di settembre 2025 – negli Stati Uniti dove si trova per un breve soggiorno di studio. La sua unica e personale vicenda ci pare possa rappresentare una parabola significativa della vicenda di persone, nate e/o cresciute in Italia, figlie di persone migranti. Una parabola che, per il lettore e la lettrice, può mostrare molte virtualità sociali e umane, oltre che sollecitare pensieri a chi si interessa responsabilmente della vita – e del futuro – del nostro paese nei suoi significati e valori di fondo....

L'articolo a cura di 

Dati sanitari e cooperazione clinica. La medical intelligence nel disegno africano di Pechino

A Tunisi, il primo Forum tunisino per lo sviluppo della medicina sino-africana mette in mostra l’evoluzione del modello sanitario di Pechino, che attraverso cooperazione clinica, chirurgia robotica, digitalizzazione e un crescente ruolo nella raccolta dei dati, costruisce nel tempo un vantaggio informativo difficilmente recuperabile


 Nei corridoi del Palais des Congrès, più di cinquecento esperti e centotrenta specialisti cinesi dialogano con delegazioni di quindici Paesi africani, mentre il ministro della Salute tunisino, Mustafa Ferjani, insiste sul ruolo della Tunisia come “ponte naturale” tra Pechino e il continente africano. Affianca la rilevanza del Forum un dato geopolitico: quello dell’utilizzo della sanità come nuovo asse della competizione contemporanea, e di come la Cina sia divenuta, nel tempo, un attore ormai strutturato nel ridisegnare ...

L'articolo di Jacopo Marzano è a questo link:

https://formiche.net/2025/11/dati-sanitari-e-cooperazione-clinica-la-medical-intelligence-nel-disegno-africano-di-pechino/#content