III Domenica di Avvento - Mt 11,2-12

È facile credere in un Dio forte che interviene supportando la volontà dei suoi “fedeli” pronti a dichiararsi delusi se non è così come lo si vorrebbe. Credere non è un affidamento cieco che a volte arriva a sfiorare il fanatismo ma accogliere una sfida



Le Domeniche che hanno accompagnato la fine dello scordo Anno Liturgico e l’inizio dell’attuale, sono state tutte centrate sul tema della parusia, degli ultimi tempi (escatologia) con un linguaggio messianico-apocalittico che alla nostra attualità suona duro, lontano e difficile da comprendere. In sintesi il richiamo che è stato posto mette l’accento sul fatto che alla venuta del Signore ciò che verrà alla luce è, non tanto quello che si è fatto, quanto il come abbiamo vissuto il presente. Prendono allora senso quei tre imperativi “vegliate”, “cercare di capire”, “siate pronti” che si sono richiamati più volte e che chiedono di vivere il presente alzando lo sguardo per gettarlo oltre l’orizzonte spesso ristretto della nostra realtà perché il futuro va coscientemente costruito nell’oggi.

A questi richiami di Giovanni il Precursore (in Matteo è questa la sua caratteristica più che il Battista), lunedì scorso si è affiancata la figura di Maria che ci ha presentato come l’obbedienza non sia affatto un atteggiamento passivo e chiuso, in realtà l’obbedienza cristiana è sempre dinamica. Accettando gli eventi, permette che una situazione di scandalo si trasformi in un segno di libertà dalla paura, dalla volontà di controllo sulla propria vita, dal timore del nuovo. È una vera e propria ri-nascita per Maria che “muore” a se stessa per risorgere a servizio della Parola di Dio ed è in questo orizzonte di vita-morte-risurrezione che si apre l’attesa del Veniente.

Oggi ritroviamo Giovanni ma il suo dire che abbiamo conosciuto sicuro, forte, autorevole ora che è in prigione si fa debole, incerto, insicuro: la voce che gridava nel deserto diviene voce piena di dubbi che domanda ma che in ogni caso si affida a Gesù del quale ha riconosciuto una autorevolezza superiore alla sua. Oggi ci appare come tutti gli esseri umani con perplessità, inquietudini, tormenti interiori. Si trovò di fronte alla necessità di realizzare prima di tutti lui quella conversione che chiedeva agli altri a riguardo della figura dell’Atteso. Il Precursore non ha insegnato solo a parole, ma ha mostrato, con la vita, come bisogna essere sempre pronti a rimettere in causa le proprie sicurezze quando ci si confronta con la novità di Dio. Solo chi, come lui, è alla ricerca appassionata della verità è preparato ad incontrarla.

È facile credere in un Dio forte che interviene supportando la volontà dei suoi “fedeli” pronti a dichiararsi delusi se non è così come lo si vorrebbe. Credere non è un affidamento cieco che a volte arriva a sfiorare il fanatismo ma accogliere la sfida fra le perplessità che il vissuto può porre, lasciare che questo ponga le sue domande, avere la capacità di rimettere tutto in gioco cercando le risposte oltre lo scontato, il futuro rassicurante del già conosciuto. Questo lo si è visto anche nella figura di Maria nella solennità di lunedì scorso.

In quel periodo erano almeno 5 i tipi di Messia con diverse caratteristiche che venivano attese: da quelli esclusivamente politici, a quelli con caratteristiche unicamente religiose, a quelli che avrebbero ripristinato tradizioni cadute nel dimenticatoio; tutte caratteristiche e tinte più o meno forti di tipo apocalittico. Ma nessuna di queste si è avvicina alla figura messianica di Gesù: lui non condanna i peccatori, raccomanda di non spegnere il lucignolo fumigante e suggerisce di prendersi cura della “canna incrinata”. Non distrugge nulla, recupera e aggiusta ciò che è rovinato cambiando i cuori, sostiene chi non ha più speranza e si avvicina a tutti, anche ai lebbrosi; non si arrende nemmeno davanti alla morte.

Questo interroga Giovanni che attendeva un giudice rigoroso e gli manda a chiedere se è lui l’Atteso ed è invitato a prendere atto di sei nuove realtà: la guarigione dei ciechi, dei sordi, dei lebbrosi, degli storpi, la risurrezione dei morti e l’annuncio del vangelo ai poveri. Sono tutti segni di salvezza, nessuno di condanna e il numero sei ricorda i giorni della creazione: il mondo nuovo è dunque sorto.

Gesù cita Isaia 61 ma tralasciando “la scarcerazione dei prigionieri”. C’è chi legge che anche in questo Giovanni “precede” Gesù che nel Getsemani si affida a Dio che non esaudisce la sua preghiera di essere “liberato” da quell’ora, che passi da lui quel calice (Mt 26,39; Mc 14,35) e Giovanni nel carcere troverà la sua morte.

La seconda parte dell’Evangelo sono domande con le quali Gesù sferza la folla e anche noi. Per tre volte chiede “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” uno spettacolo così come Erode che desiderava vedere Gesù sperando di poter assistere a un miracolo? Se Giovanni era (e lo era) un profeta doveva essere più che visto ascoltato e soprattutto obbedito. 

È significativa l’aggiunta finale: “Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (v. 11). Gesù non intende stabilire una graduatoria basata sulla santità e sulla perfezione personale, ma chi appartiene al regno dei cieli è in grado di vedere più lontano del Battista. Perché chi sa accogliere il volto di un Dio che è venuto incontro all’uomo per perdonarlo, accoglierlo, amarlo comunque, è entrato in una prospettiva nuova, nella prospettiva di Dio, nel suo Regno già qui ed ora.

(BiGio)

Notizie in breve ...

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Indocina, perché Bangkok e Phnom Penh tornano a combattere

Il conflitto tra Thailandia e Cambogia è tornato a infiammarsi dopo mesi di fragile calma, coinvolgendo regioni montuose, aree costiere e comunità civili già duramente colpite a luglio. Bangkok sostiene di colpire obiettivi strategici, Phnom Penh denuncia vittime innocenti e attacchi indiscriminati. E al momento nessuno dei due governi sembra disposto a sedersi al tavolo

Il confine tra Thailandia e Cambogia è tornato a essere un fronte di guerra. Nelle scorse ore i due Paesi hanno infatti ripreso gli scontri armati, facendo vacillare il fragile cessate il fuoco mediato da Donald Trump lo scorso luglio. C'è la totale assenza di un percorso negoziale. Il ministro degli Esteri thailandese Sihasak Phuangketkeow ha dichiarato che non vede alcuna possibilità di colloqui con la Cambogia nelle condizioni attuali e che non esistono margini per una nuova mediazione internazionale.

L'analisi di Duccio Fioretti è a questo link:

https://formiche.net/2025/12/indocina-perche-bangkok-e-phnom-penh-tornano-a-combattere/#content

Quando le donne presiedevano all’Eucaristia

Questi appunti storici sono una mia reazione alla pubblicazione della sintesi dei lavori della commissione vaticana incaricata di studiare la possibilità di una ordinazione delle donne al diaconato.


In realtà non approfondirò il dibattito teologico attuale, se non marginalmente. Vedremo, invece, come siano presenti nei primi secoli situazioni in cui è plausibile ritenere che delle donne abbiano guidato delle celebrazioni cristiane, come oggi fanno i presbiteri.


L'articolo di Andrea Bosio sono a questo link:


Lo scontro tra Netanyahu e l’IDF non solo sulle responsabilità del 7 ottobre

L’individuazione delle responsabilità sugli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023 sta creando delle fratture sempre più profonde tra il governo Netanyahu e i vertici dell’esercito israeliano. 


La posta in palio è politica, come spiega un articolo del Jerusalem Post: sulla ricostruzione di cosa non ha funzionato il 7 ottobre si gioca, infatti, il consenso elettorale di Netanyahu, intenzionato a restare al potere, il desiderio del ministro della Difesa, Israel Katz, di ridisegnare i vertici militari a propria immagine e somiglianza, e il futuro della leadership delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), difesa strenuamente dall’attuale capo di Stato Maggiore, il tenente generale Eyal Zamir. In gioco, scrive JP, non c’è un “disaccordo tecnico su un ruolo o un altro”, ma una “lotta più grande per il controllo dell’IDF da parte del vertice politico”, ovvero il governo. 

L''articolo di ValigiaBlu continua a questo link:

Non siamo un paese per vecchi

La riforma varata nel 2023 è ferma al palo. La denuncia dei 61 enti riuniti nel "Patto" Long-term care troppo lontana dai bisogni. Servono più tutele e finanziamenti


 (CorSera 9 dicembre 20215)

Presentato il Terzo Piano nazionale per la disabilità: diritti, accessibilità e governance per una vita indipendente

Il Terzo Piano nazionale per la disabilità, presentato a Palazzo Chigi, promuove inclusione sociale, diritti e accessibilità. Basato su un modello bio-psico-sociale, introduce il progetto di vita personalizzato, la valutazione multidimensionale e servizi integrati. Sette linee guida per superare la frammentazione e garantire autonomia e pari opportunità


 La presentazione ufficiale del Terzo Piano d’azione nazionale per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, avvenuta ieri nel Cortile d’onore di Palazzo Chigi, mette in evidenza la necessità di ricomporre un sistema che per anni ha funzionato attraverso norme, procedure e prassi non sempre convergenti. Il documento non introduce un cambio di linguaggio, ma tenta di rendere più coerenti strumenti già esistenti, riducendo la frammentazione e chiarendo la catena delle responsabilità. Il riferimento è...

L'articolo di Riccardo Benotti è a questo link:

https://www.agensir.it/italia/2025/12/04/presentato-il-terzo-piano-nazionale-per-la-disabilita-diritti-accessibilita-e-governance-per-una-vita-indipendente/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Tra legge e divisioni, voci a confronto sul ddl Delrio

Il caso politico nato attorno al disegno di legge sull’antisemitismo presentato dal senatore Graziano Delrio ha aperto un confronto acceso, dentro e fuori il Parlamento. Non è in discussione soltanto il testo normativo, ma il modo in cui l’Italia affronta – o talvolta evita di affrontare – la crescita dell’antisemitismo, i suoi effetti nel dibattito pubblico e l’intreccio fra antisionismo, libertà di espressione e politica israeliana.


 Mentre il Pd si divide e una parte della sinistra contesta la definizione IHRA temendo possibili “bavagli”, diverse voci del mondo accademico e culturale richiamano l’attenzione su ciò che percepiscono come la questione principale: l’aumento esponenziale dell’odio antiebraico nel paese, che richiederebbe risposte più rapide e più strutturate di quelle viste finora.

Di seguito 5 opinioni a questo link:

https://moked.it/blog/2025/12/08/antisemitismo-tra-legge-e-divisioni-voci-a-confronto-sul-ddl-delrio/

Scie chimiche e contrails: mito o minaccia ambientale?

Il cielo sopra di noi è spesso attraversato da lunghe scie bianche lasciate dagli aerei, fenomeno che ha acceso dibattiti e preoccupazioni sul cosiddetto fenomeno delle “scie chimiche”. Per alcuni, si tratterebbe di operazioni segrete di dispersione di sostanze chimiche con finalità oscure, dalla modifica del clima al controllo della popolazione. La comunità scientifica, però, distingue chiaramente tra queste teorie e le normali scie di condensazione, o contrails, generate dai motori degli aerei ad alta quota.


Ciononostante, anche senza ipotizzare complotti, l’impatto ambientale dell’aviazione rappresenta un tema reale e urgente per la tutela del pianeta.

L'articolo di Luigi Salemi è a questo link:

L'avvocato penalista Renzo Ventura sulla richiesta di grazia di BB

A essere in gioco non è solo il destino di un uomo politico, ma la credibilità dello Stato di Israele come Stato di diritto. E chi ama Israele non può non vivere con inquietudine questa vicenda


in sintesi, alcune delle considerazioni espresse ieri sera, in occasione della conferenza Zoom organizzata dall’Associazione Italia-Israele di Milano, seguita da oltre 180 collegamenti, dall’avvocato penalista Renzo Ventura in merito alla richiesta di grazia presentata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu....

La sintesi di Emanuele Viterbo è a questo link:

https://moked.it/blog/2025/12/05/lopinione-emanuele-viterbo-ventura-sulla-richiesta-di-grazia-di-bibi/