Gaza - Matteo Zuppi e Daniele De Paz: un'altra strada è possibile. Yassine Lafram alla fine non ha aderito.

Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, Card. Matteo Zuppi, e il Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz indicano che un'altra strada e' possibile, se solo la si voglia intraprendere. Non e' mai troppo tardi. Avrebbe dovuto esserci anche la firma do Yassine Lafram, il presidente della comunità islamica bolognese che, però, poi ha desistito


“Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace”.
Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini.
Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.
Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero.
Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.
Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!
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De Paz dichiara a Pagine Ebraiche. «Volevamo coinvolgere tutte le tre comunità religiose che dal 2021 partecipano al progetto per una casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture», sottolinea. Però Yassine Lafram, il presidente della comunità islamica cittadina, che è anche il presidente dell’Ucoii, «ha deciso di non aderire, nonostante le molte sollecitazioni di Zuppi».

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