Dalla tempesta di Francesco alla pioggerellina di Leone XIV

Francesco ha fatto irruzione nella Chiesa come un uragano. Fin dal suo primo «Buonasera» sul balcone di San Pietro, il papa argentino si è proposto di scuotere un’istituzione stagnante, intrappolata tra le sue stesse mura e in un clericalismo che la teneva lontana dal mondo


Non ha sempre centrato l’obbiettivo, è vero. Tra l’altro, perché le sue riforme si sono imbattute in resistenze interne ed esterne e alcuni dei suoi gesti sono stati male interpretati. Ma nessuno può negare il suo intento: ha voluto una Chiesa in uscita, samaritana, impegnata verso gli ultimi e ha messo in moto questo treno.
Leone XIV, il suo successore, arriva con un profilo diverso, quasi opposto. Eletto appena tre mesi fa, il nuovo papa sembra intenzionato a proseguire la rivoluzione francescana, ma con uno stile più sereno e meno dirompente.
Laddove Francesco era un turbine, una tempesta in piena regola, Leone XIV opta per una pioggia leggera, per una pioggerellina, per la calma, per una transizione graduale.

Il pensiero di José Manuel Vidal è a quanto link:

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