Una proposta di dialogo con le università e con la cultura «laica»

Negli ultimi tempi la teologia accademica in Italia sta conoscendo un discreto interesse. Le prospettive di lettura del fenomeno restano fondamentalmente due: una riflessione spostata più sul campo intraecclesiale e un’altra più interessata a intercettare il contesto universitario e accademico italiano. Va però aggiunto che spesso (e a ragione) queste due letture s’intrecciano tra loro.


Per entrare nella questione occorre richiamare un dato centrale: l’assenza della teologia dalle università italiane. Tale situazione si è prodotta, de iure, con la legge del 26 gennaio del 1873. In questa data il nascente Stato sopprimeva le facoltà di teologia che erano ancora presenti in qualche università della penisola. A partire da quel momento, dunque, l’unico radicamento che la teologia italiana ha conosciuto è stato esclusivamente quello ecclesiastico.

Si è precisato che tale cambiamento è avvenuto de iure, perché – come notava B. Ferrari in uno studio di più di mezzo secolo fa – de facto una tale decisione non colse impreparate o preoccupate le gerarchie cattoliche. Già da tempo infatti la Chiesa guardava con sospetto l’università ...

L'articolo di Giuseppe Gigliermini è a questo link:

https://drive.google.com/file/d/1Pf7TJG90bUoaTK8G5mtcaI1tC2DMOtP7/view?usp=share_link


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