L’insicurezza fa parte della nostra vita. Del nostro mondo. Tanto più quando il mondo appare davanti ai nostri occhi in diretta, senza pause. E viene riproposto sui media in tempo reale. Perché così diventa lo specchio di avvenimenti inquietanti, che generano paure. O meglio: “paura”. E la paura, com’è noto, fa audience.
Tiene alto l’indice degli ascolti. Basta vedere lo spazio dedicato, sui media, agli avvenimenti più inquietanti. Omicidi, aggressioni, guerre. Fatti che, ovviamente, non sono “inventati”. Al contrario. Ma vengono, comunque, riprodotti ed enfatizzati. D’altronde, viviamo in un mondo nel quale l’incertezza è un sentimento comprensibile. Perché tutto cambia in fretta. Così anche il presente è già passato.
Anche limitando lo sguardo all’ultimo quinquennio, possiamo elencare: la pandemia da Covid-19; la crisi dei prezzi dell’energia; l’attacco russo all’Ucraina e quello di Hamas a Israele, con le conseguenti guerre. Infine, da gennaio è arrivato Trump a gettare ancora più scompiglio, con il balletto dei dazi annunciati e ritirati e la messa in discussione delle relazioni internazionali statunitensi e, quindi, degli equilibri mondiali. I fattori di incertezza, dunque, si susseguono ad un ritmo impressionante e sembra sempre più complicato trovare il bandolo della matassa....
L'intero report statistico è a questo link:
https://drive.google.com/file/d/1ou6MXh7x_ib2Uetk4Iyvo0vr5Z6-cGE0/view?usp=sharing
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