Il piccolo villaggio Taybeh non si è isolato, è rimasto aperto, accogliente e unito nella speranza di una convivenza pacifica portata dai vescovi delle comunità cristiane in Israele, ambasciatori e consoli:
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Una nota di poche parole ma chiare
E' semplicemente orribile vedere i due popoli, palestinese e israeliano, cadere in ostaggio di gruppi radicali che vedono nella crisi attuale l'opportunità di una resa dei conti finale. Purtroppo a combattere la violenza e l'intolleranza non aiuta l'attuale polarizzazione del dibattito politico (anche in occidente) che nello schierarsi e nella demonizzazione dell'altro vede tutto a senso unico. La ricerca della pace richiede l'abbattimento degli steccati e dei pregiudizi, la costruzione di una prospettiva di convivenza e l'accettazione dell'altro attraverso una soluzione condivisa. Chi condanna l'estremismo di Hms non puo' non condannare anche l'estremismo dei coloni israeliani. E chi condanna l'estremismo dei coloni israeliani non puo' non condannare anche l'estremismo di Hams. Chi si schiera contro coloro che gridano "Free Israel from the river to the sea" non puo' non opporsi con la stessa forza anche a chi grida "Free Palestine from the river to the sea". Il nostro tempo ha bisogno di costruttori di pace, non di seminatori di odio camuffati da attivisti politici.
(Gabriele Boccaccini)
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