Oggi c’è ancora un orizzonte di senso per la nostra esistenza? La domanda sorge spontanea se solo pensiamo che l’uomo ha sempre compreso se stesso a partire da un orizzonte di senso a cui fare riferimento.
Per gli antichi Greci questo orizzonte era costituito dalla “natura” che Eraclito definisce come quello sfondo immutabile che «nessun uomo e nessun dio fece. Sempre è stata, è, e sarà ». La natura inaugura quella temporalità ciclica per cui, come scrive Anassimandro: «Da dove gli esseri hanno la loro origine, ivi hanno anche la loro dissoluzione secondo l’ordine del tempo». Senza speranze ultraterrene, gli uomini sono chiamati “mortali”. Nasce da qui una grande etica: l’etica del limite. Per questo i Greci incatenano Prometeo che aveva donato agli uomini la tecnica affinché questa, espandendosi, non comprometta le leggi di natura.La tradizione cristiana assume come orizzonte di senso ...
La riflessione di Umberto Galimberti è a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202507/250710galimberti.pdf
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