Ora un quesito per tutti: come si ritrova il senso della politica?

Da qualunque prospettiva si osservi l’esito del voto ai Referendum c’è poco da stare allegri e molto da apprendere. È ora che la disaffezione degli italiani alla partecipazione democratica venga presa in esame


da qualunque prospettiva si osservi l’esito di questi referendum, c’è poco da stare allegri e molto da apprendere. A patto di avere la volontà, innanzi tutto politica, di volerlo fare. Si può senz’altro pensare di cambiare le regole, come del resto si è già cominciato a teorizzare: alzare il numero minimo delle firme necessarie per proporre un referendum abrogativo (la soglia fissata in Costituzione è di 500mila) perché con la raccolta on line tutto è diventato più facile; abbassare il quorum necessario per rendere valido il risultato; parametrarlo all’affluenza delle ultime elezioni; miscelare il tutto... Ma, a parte il fatto che per i quesiti sul lavoro la Cgil ha raccolto ben quattro milioni di firme (non soltanto digitali), siamo proprio sicuri che il problema sia nelle regole e non, piuttosto, nella disaffezione degli italiani alla partecipazione democratica?

La proposta di riflessione di Danilo Paolini è a questo link:

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ritrovare-il-senso-della-politica-dopo-il-referendum?mnuid=522g32167g3ffd6cad0c9c5ff6fd3c264a93a2d951c66d50fd&mnref=s69a%2Cob717&utm_term=46871+-+https%3A//www.avvenire.it/opinioni/pagine/ritrovare-il-senso-della-politica-dopo-il-referendum&utm_campaign=L%27Avvenire+della+settimana&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=Il+meglio+della+settimana+14-Giu-2025+%282025-06-14%29

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