A sei mesi dall’insediamento, il tasso di approvazione di Donald Trump è sceso al 37%, solo di poco superiore al minimo storico del 34%, registrato alla fine del primo mandato. In campo internazionale, la possibilità di una pace a breve termine in Ucraina appare tramontata, così come l’impegno per la composizione della crisi a Gaza; su quello interno, il pugno duro con l’immigrazione e con le università, le continue querelle con le Corti e il riscorso massiccio allo strumento dell’executive order danno l’idea di un rapporto difficile con il carattere plurale della società americana e con i checks and balances che regolano il suo sistema politico. Una nota positiva sembra venire dalle politiche commerciali, che, nonostante i dubbi che le circondano, hanno portato alla firma di diversi accordi senza che – almeno per il momento – si siano manifestati i temuti squilibri sul piano macroeconomico. Anche in questo campo, però le incertezze non mancano e i limiti dei risultati ottenuti potrebbero venire a galla già nei prossimi mesi. Non stupisce, quindi, il malcontento che sembra attraversare da qualche tempo il movimento MAGA, un malcontento, peraltro, prevedibile, date le molte anime di questo e l’impossibilità, per il Presidente, di soddisfare le loro richieste spesso contraddittorie”. |
Gianluca Pastori, ISPI Senior Associate Research Fello |
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