A oltre due anni dall’inizio del conflitto in Sudan tra l’esercito regolare del generale al-Burhan e le forze paramilitari Rsf guidate da Hemetti, il Paese è allo stremo. Non ci sono negoziati in corso, né tentativi seri di mediazione. Il Darfur è sotto assedio, Khartoum è una città fantasma, metà della popolazione rischia la fame e milioni sono sfollati. "È in corso una frattura profonda, e il rischio è la divisione permanente del Paese. Le prospettive di pace sono lontane".
Non ci sono ancora prospettive di dialogo né di pace per il conflitto in Sudan iniziato nell’aprile 2023. Anzi, tutti i segnali indicano che si sta andando sempre di più verso una divisione del Paese tra i due contendenti: l’esercito governativo (Saf) guidato da Abdel Fattah al-Burhan e il suo ex vice Mohamed Hamdan Dagalo (detto “Hemetti”), capo dei paramilitari delle Rapid support forces (Rsf), eredi delle milizie janjaweed note per la ferocia durante la precedente guerra del Darfur. L’esercito ha ripreso la ...
L'articolo di Patrizia Caiffa è a questo link:
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