Tunisia, le vite invisibili dei "barbechas" tra rifiuti e povertà

Migliaia di persone a causa della grave crisi economica nel Paese sopravvivono raccogliendo rifiuti riciclabili per strada. Una forma di sostentamento che seppure rischiosa e mal retribuita si sta trasformando in un vero e proprio mestiere che mette in concorrenza chi già vive ai margini della società


Ogni giorno, una parte di Tunisi si sveglia prima del resto della città, pronta a muoversi nelle strade ancora addormentate per svolgere un lavoro che richiede molto al livello fisico e mentale. I barbechas, in arabo Tunisino, sono coloro che da qualche anno a questa parte hanno fatto della raccolta dei rifiuti la loro professione. La parola letteralmente significa “rovistatori di spazzatura”, ed è su questo principio che si basa il loro lavoro: radunare l’immondizia che si trova per strada per venderla e trarne un ricavo sufficiente per mantenersi. La scelta è dettata dalla precaria condizione economica della Tunisia, che ha obbligato molti a intraprendere lavori secondari per garantirsi il sostentamento. Tutti i giorni, l’attività dei barbechas inizia intorno alle quattro del mattino per poter raccogliere quanti più rifiuti possibile prima dell’arrivo...

L'intero servizio di Costanza Santillo è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-07/tunisia-la-vita-tra-gli-scarti-dei-barbechas.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

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