Essere ebrei dopo la distruzione di Gaza è il titolo di un libro di Peter Beinart che, a fine maggio, è stato pubblicato in lingua italiana. Il titolo già rivolto al futuro, al «dopo Gaza», propone una riflessione sull’ebraismo che, come ha fatto Anna Foa col libro Il suicidio di Israele, interroga sul futuro dello Stato e del popolo di Israele
Fin dalle prime pagine traspare la profonda e dolorosa divisione che esiste, in tutto il mondo, tra – e nelle – comunità ebraiche. L’autore, prima del prologo, apre il libro con una lettera intitolata «Un messaggio per un mio ex amico». In queste due pagine emerge la radicale contrapposizione tra gli ebrei che sostengono, in modo ostinato ed incrollabile, lo Stato di Israele e coloro che, come il giornalista autore del libro, hanno il coraggio di criticare le scelte del governo di Tel Aviv. Non c’è un nome per questo «ex amico» che, molto probabilmente, è solo una figura dettata dalla finzione narrativa. Il risultato è molto efficace: nelle ultime righe di questa lettera, l’autore anticipa il tema del «tribalismo», verso il quale rischiano di scivolare i cittadini di Israele, le stesse comunità ebraiche della diaspora, e forse il mondo intero.
La recensione di Andrea Piazza è a questo link:
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