Poesia di pace
Le nostre voci, le nostre lotte — la dolce tristezza della pace da costruire.
Non siamo nati per raccontare
né i nostri dolori, né le nostre pene, né queste lacrime ardenti.
Perché offrire al mondo le cicatrici dei nostri cuori,§
quando la guerra già intreccia così tanti racconti spezzati?
Eppure...
Sotto la cenere dei nostri silenzi, un soffio fragile resisteva.
Prima di Rondine in Italia, prima del dialogo, prima del coraggio di capire,
pensavamo che le nostre storie non avessero peso.
Ma oggi sappiamo:
anche la voce più tremante può diventare luce.
Anche un sussurro può spezzare le catene dell’odio.
Siamo figli del Libano, della Palestina, dell’Armenia e dell’Azerbaigian,
del Congo, e dell’Ucraina, del Mali e di tanti altri luoghi di guera.
Neri o bianchi, donne e uomini, uniti dal dolore e dalla speranza.
Nati sotto cieli trafitti dai proiettili,
dove le ninne nanne si spengono sotto il rombo dei fucili.
Dove le aule diventano rifugi precari,
e ogni lezione è un atto di resistenza contro l’oblio.
....
Il racconto dell'incontro e l'intera poesia è a questo link:
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