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Dopo la globalizzazione: le religioni tra guerre e nazionalismi

Uno dei contributi più rilevanti offerto a tutti i mondi credenti e secolarizzato da Papa Francesco è stato quello di prospettare un’alternativa alla schizofrenia della globalizzazione dimezzata che non ci ha portato alla pace che proponeva ma alla guerra continua, nella quale ognuno ormai si sente chiamato a estirpare il male.

Una volta emerso il paradigma tecnocratico la globalizzazione non ha più offerto nei fatti l’orizzonte che aveva prospettato all’inizio con la rivoluzione della comunicazione istantanea e transfrontaliera. Non ha più perseguito quello che approva il suo impulso originario. La partenza ha illuso alcuni che il multilateralismo non servisse più, che il mondo viaggiasse verso il superamento delle diversità. Francesco ha visto questo pericolo e ha offerto alla globalizzazione un’identità pluralista con il famoso discorso del poliedro, che unisce e preserva le differenze. Il discorso cattolico, così, è giunto a Fratelli tutti e in precedenza si è sistematizzato, soprattutto per la bollente terra di mezzo del Vicino Oriente, con il Documento sulla Fratellanza Umana. La sua prospettiva complessiva ha offerto, con opportunità di crescita materiale e di arricchimento spirituale, la libertà e l’incontro delle diversità.

Non si è imboccata questa strada, i rischi sono aumentati; conflitti, mutamenti climatici, terrorismi e neo colonialismi feroci hanno creato enormi squilibri....

La riflessione di Riccardo Cristiano è a questo link:

https://www.settimananews.it/religioni/dopo-la-globalizzazione-religioni-guerre-nazionalismi/?utm_source=newsletter-2025-06-24

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