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A Gaza ora imperversano i Clan, la distribuzione di cibo è una trappola mortale e in Israele sta crescendo un movimento di disobbedienza

Prima erano notizie confuse ed incerte, ora sono confermate. L’indebolimento di Hamas ha creato spazio a clan emergenti che ora, per lo più non mossi dall’ideologia islamista, si confrontano apertamente sul pano dell’acquisizione di potere arricchendosi con il mercato nero esploso dopo la decisione di Israele e degli Usa di sostituire l’Onu e le Ong con dei partner privati di non chiara identità. Era prevedibile accadesse frutto intenzionale o meno dell’azione dell’IDF.

RaiNews tra i molti ne descrive sette:

1.  Il più influente sembra essere il clan Abu Shabab, guidato da Yasser Abu Shabab della famiglia Tarabin. Dopo essere stato espulso da Rafah, il clan ha operato con aggressività nel nord e nel sud della Striscia di Gaza. Fonti palestinesi indicano che il gruppo Abu Shabab si occupa sia di proteggere i convogli di aiuti umanitari, sia di saccheggiarli. Hamas ha accusato il clan di collaborare con Israele. 

2.  Un altro clan influente è quello di Dughmush, noto anche come Dajmash, proveniente da Tel al-Hawa e al-Sabra a Gaza City. Questo clan era già coinvolto nel rapimento del caporale israeliano Gilad Shalit ed è stato protagonista di violenti scontri con Hamas. Il suo leader è stato ucciso lo scorso anno, accusato di legami con Israele. 

3.     il clan Abu Tir, che operava a Khan Yunis ed era specializzato nel contrabbando dal Sinai. 

4.     Il clan Al Kashk, con sede a Gaza City, strettamente legato ai centri di autorità locali. 

5.     Il clan Abu Risha, attivo a Rafah e legato a gruppi salafiti.

6.     II clan Shawish, relativamente piccolo, ma attivo a Gaza. 

7.     Il clan Baraka, affiliato ad al-Fatah e operante principalmente a Gaza City.

 

Mentre l’Unrwa afferma che la distribuzione di cibo nella striscia è diventata una trappola mortale, come sempre poca attenzione si dà a quanto avviene nella Cisgiordania ma, in Israele, sta prendendo spazio un movimento di disobbedienza civile al Governo di Netanyahue questo è molto interessante. Sulle pagine di Haaretz il noto giornalista Gideon Levi ha chiaramente scritto che ci si può rifiutare di obbedire a ordini ingiusti e immorali (cf. qui su Haaretz, 22 maggio 2025).

C’è la possibilità che questo movimento, e supportato adeguatamente e non ignorato, si affermi sollevando tutta la società israeliana contro il massacro indiscriminato che l’esercito israeliano sta compiendo a Gaza.

(BiGio)

Fonti

·      RaiNews: https://www.rainews.it/maratona/2025/05/hamas-non-respinta-proposta-ma-la-reazione-di-israele-non-compatibile-con-quanto-concordato-93c1ed50-3c65-48d4-9f16-f38c33076a81.html

·      Settimananews: https://www.settimananews.it/informazione-internazionale/anna-foa-israele-disobbedienza-civile/

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